Gli importanti resti del braccio occidentale del criptoportico, appartenente al complesso sacro del Foro di Vicetia, sono visibili nell’interrato di corso Palladio, 75. Il criptoportico aveva uno sviluppo planimetrico a tre bracci, con due navate divise da una serie di arcate, coperte da volta a botte. Si conservano i resti della navata orientale, costituiti da cinque piloni con tre arcate e il muro perimetrale interno su cui si aprono tre finestre strombate atte a garantire l’illuminazione e la ventilazione all’interno della struttura sotterranea. Il complesso è parte delle sostruzioni del portico che circondava su tre lati la principale area sacra della città al centro di una sorta di terrazza, sopralevata in modo scenografico a nord del decumano massimo. La via Postumia/corso Palladio separava l’area sacra del foro dalla parte civile come avviene in altre città della Cisalpina, Verona o Brescia ad esempio.
La sottostante piazza, il cuore della vita pubblica in parte visibile all’interno degli interrati di palazzo Trissino, era pavimentata di lastre di trachite e si estendeva fino all’angolo nord-occidentale della Basilica Palladiana.
Contrapposta all’area sacra era la basilica civile dove si amministrava la giustizia.

Veduta interna delle arcate (Archivio Soprintendenza per i Beni Archeologici del Veneto)

Ipotesi ricostruttiva (Elaborazione grafica di Vinicio Renna,
Archivio Soprintendenza per i Beni Archeologici del Veneto)