15. La via Postumia

Recenti scavi per la sistemazione della cantinetta, presso la gastronomia “al Ceppo”, hanno riportato alla luce un’articolata stratigrafia con le tracce di edifici medievali e rinascimentali. Nella fondazione pertinente forse ad una delle case torri, documentate nelle contrade nei pressi di Santa Corona, era reimpiegata una lastra rettangolare di trachite. Si tratta della crepidine del marciapiede di una strada romana, forse la via Postumia, che vi correva limitrofa. Alla metà del II sec. a.C., quando ormai l’Italia settentrionale era entrata a pieno titolo nella sfera di interesse romana, il Senato di Roma decreta la costruzione di una grande via che, dalle coste dell’alto Tirreno, doveva raggiungere le sponde dell’Adriatico settentrionale.
Nel 148 a.C. il console S. Postumio Albino organizzava e faceva costruire la via Postumia che collegava Genova ad Aquileia. Il suo tracciato entrava in territorio veneto a sud-ovest di Verona e proseguiva ricalcando piste più antiche, ben note e collaudate nel tempo, che univano i grandi centri “preromani” tra cui Vicenza, Oderzo e Concordia.
La Postumia, giunta a Vicenza lungo una direttrice pedemontana, entrava da porta Castello e attraversava il centro urbano, divenendo il decumano massimo, l’asse portante sul quale si organizzerà la città romana. Attraversata la città, la Postumia usciva in corrispondenza del ponte degli Angeli e proseguiva, lungo la linea delle risorgive verso nord-est, in direzione di Oderzo e quindi di Aquileia.

Veduta dell’area di scavo da sud (Archivio Soprintendenza per i Beni Archeologici del Veneto)

Veduta dell’area di scavo da sud
(Archivio Soprintendenza per i Beni Archeologici del Veneto)

Lastra di trachite del marciapiede della strada romana, riutilizzata (Archivio Soprintendenza per i Beni Archeologici del Veneto)

Lastra di trachite del marciapiede della strada romana, riutilizzata (Archivio Soprintendenza per i Beni Archeologici del Veneto)