All’interno del chiostro della chiesa di San Lorenzo è conservato un lacerto musivo a tessere bianche delimitato da fasce nere, databile al I sec. a.C. I mosaici realizzati con tessere di marmo, pietra e vetro erano una caratteristica di molti edifici romani di Vicetia e di tutta la X Regio, dal I sec. a.C. a tutta l’età imperiale. I pavimenti delle ricche abitazioni private – tessuto connettivo della città antica – potevano essere costituiti da semplici tessellati monocromi bianchi come nella domus sotto la Cattedrale, oppure bicromi come nel criptoportico di piazza Duomo, a volte con cornice a tessere nere come in questo di San Lorenzo e in un altro dall’area sottostante la Cattedrale.
Motivi geometrici più complessi con tessere bianche e nere decoravano le antiche abitazioni rinvenute, ad esempio, nei pressi del giardino del Vescovado, a palazzo Cordellina o tra contra’ Pedemuro San Biagio e stradella degli Stalli; in ogni caso, si tratta di pavimentazioni che non scendono oltre il II sec. d.C.
L’unico mosaico figurato policromo proviene da piazza Biade ed è conservato al Museo Naturalistico Archeologico. Una fitta trama di motivi a meandro racchiude cinque emblemata con scene di caccia mitica, di cui ben conservata è quella di Meleagro e il cinghiale Calidonio: una delle quattro scene agli angoli dell’emblema centrale raffigurante il duello di Bellerofonte e la Chimera. Il mosaico doveva probabilmente appartenere ad una ricca dimora della Vicenza del IV-V sec. d.C.

Mosaico pavimentale policromo con scena di caccia da piazza Biade (Archivio Museo Naturalistico Archeologico di Vicenza)

Mosaico pavimentale a tessere bianche e nere da S. Lorenzo
(Archivio Soprintendenza per i Beni Archeologici del Veneto)